La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della propria debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa. Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancora più deboli, si vuol cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso." by "l'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera...Pezzo che sento tremendamente mio. Ricordo che quando lo lessi mi venne da piangere perkè mai prima di allora avrei immaginato di vedere scritta da qualcuno quella senzazione che avevo provato tante volte e credevo solo mia. Fu per me un momento importantissimo. Mi sentii tremendamente capita. Ma capita sul serio. Avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse e strano ma vero un libro mi ascoltava..un libro mi ascoltava e capiva così profondamente che nel leggerlo riscoprivo mie stesse emozioni e sensazioni che nn ero mai riuscita a comunicare. Amo quel libro con tutta me stessa e lo amerò sempre. E se mai avrò occasione di incontrare Kundera gli dirò semplicemente grazie, grazie di quello che ha fatto per me.
martedì 8 maggio 2007
Un pezzo a me carissimo
"Chi tende continuamente deve aspettarsi prima o poi di essere colto dalla vertigine. Che cosa è la vertigine? Paura di cadere? Ma allora perchè ci prende la vertigine anche su un belvedere fornito di una sicura ringhiera? La vertigine è qualcosa di diverso dalla paura di cadere. La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura.
La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della propria debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa. Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancora più deboli, si vuol cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso." by "l'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera...Pezzo che sento tremendamente mio. Ricordo che quando lo lessi mi venne da piangere perkè mai prima di allora avrei immaginato di vedere scritta da qualcuno quella senzazione che avevo provato tante volte e credevo solo mia. Fu per me un momento importantissimo. Mi sentii tremendamente capita. Ma capita sul serio. Avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse e strano ma vero un libro mi ascoltava..un libro mi ascoltava e capiva così profondamente che nel leggerlo riscoprivo mie stesse emozioni e sensazioni che nn ero mai riuscita a comunicare. Amo quel libro con tutta me stessa e lo amerò sempre. E se mai avrò occasione di incontrare Kundera gli dirò semplicemente grazie, grazie di quello che ha fatto per me.
La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della propria debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa. Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancora più deboli, si vuol cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso." by "l'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera...Pezzo che sento tremendamente mio. Ricordo che quando lo lessi mi venne da piangere perkè mai prima di allora avrei immaginato di vedere scritta da qualcuno quella senzazione che avevo provato tante volte e credevo solo mia. Fu per me un momento importantissimo. Mi sentii tremendamente capita. Ma capita sul serio. Avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse e strano ma vero un libro mi ascoltava..un libro mi ascoltava e capiva così profondamente che nel leggerlo riscoprivo mie stesse emozioni e sensazioni che nn ero mai riuscita a comunicare. Amo quel libro con tutta me stessa e lo amerò sempre. E se mai avrò occasione di incontrare Kundera gli dirò semplicemente grazie, grazie di quello che ha fatto per me.
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